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Laparocele: un termine tecnico
che indica un problema purtroppo assai comune. In pratica si tratta di
grosse ernie che si producono sulla ferita addominale lasciata da un
intervento, provocando spesso collusioni intestinali e altri rilevanti
problemi. L'utilizzo della tecnica laparoscopica e quindi mini-invasiva
per affrontare questo problema, i suoi vantaggi ma anche i suoi limiti,
sono il tema del congresso chirurgico che si svolgerà all'Hotel Monte
del Re di Dozza il prossimo 16 maggio, organizzato dalla UO di Chirurgia
dell'Ausl di Imola, guidata dal Dr. Stefano Artuso.
"La
videolaparoscopia è una tecnica chirurgica mininvasiva, basata
sull'utilizzo di una piccola video-camera e di strumenti specifici per
uso endoscopico, che permette di eseguire differenti procedure
chirurgiche addominali senza ricorrere ad estese incisioni - spiega il
Dr. Artuso - Nella nostra Unità operativa la chirurgia laparoscopica
avanzata è oramai una realtà da circa 10 anni, da quando si è iniziato
ad eseguire gli interventi sul colon-retto. Più recentemente, nel 2005,
la tecnica laparoscopica è stata applicata alle ernie dell'addome e ai
laparoceli, cioè all'erniazione sottocutanea di visceri addominali
attraverso una pregressa incisione chirurgica".
La formazione di
queste ernie su incisione rimane una complicanza diffusa di tutta la
chirurgia addominale soprattutto quando interviene una infezione della
ferita chirurgica e comunque, statisticamente, 1 paziente su 5 sviluppa
un laparocele dopo un qualsiasi intervento addominale. Per dare un'idea
della dimensione del problema, negli USA sono circa 90.000 gli
interventi eseguiti ogni anno per questa patologia.
"L'intervento
consiste nel praticare tre fori nel fianco sinistro (uno per la
telecamera e gli altri due per gli strumenti operativi) - continua
Artuso - attraverso i quali si esegue la separazione delle aderenze
dovute al o ai precedenti interventi, spesso causa di occlusione
intestinale. Quindi dopo aver calcolato accuratamente le misure del
difetto parietale si introduce attraverso uno dei fori una rete
sintetica che viene fissata ai muscoli della parete addominale con clips
metalliche. Per questo tipo di intervento vengono impiegate delle reti
particolare in doppio strato, che hanno il vantaggio da un lato di
integrarsi con i tessuti per chiudere il difetto erniario, mentre
dall'altro presentano una superficie che impedisce la formazione di
aderenze con i visceri addominali".
I vantaggi riconosciuti della
chirurgia laparoscopica, minimo trauma, minor dolore, riduzione della
degenza ospedaliera, più rapida ripresa dell'attività lavorativa,
accompagnano anche il trattamento del laparocele, preservando la parete
addominale da ulteriori danni, da nuove ferite e cicatrici.
Impropriamente definita da alcuni "chirurgia semplice" in quanto cura le
ernie, è invece oggi generalmente riconosciuta come chirurgia
laparoscopica avanzata che richiede esperienza, conoscenze tecniche e
abilità pratiche. Paradossalmente i pazienti che ne traggono maggior
giovamento sono gli obesi con voluminosi laparoceli, quindi "casi
difficili" dove la laparoscopia esprime al meglio la caratteristica di
tecnica mininvasiva.
"In 4 anni a Imola sono stati eseguiti quasi
100 interventi laparoscopici per laparocele ed ernie della parete
addominale - spiega il Dott. Paolo Antonino Riccio, Coordinatore del
Congresso e della Chirurgia Laparoscopica nell'UO di Chirurgia dell
Azienda USL
di Imola - che costituiscono una delle casistiche più numerose a livello
nazionale e i cui dati confluiscono in un registro nazionale della
Società Italiana di Chirurgia Endoscopica (SICE). Ovviamente, però, non
mancano dati contrastanti a livello scientifico sul fatto che sia
migliore la tecnica laparoscopica o la chirurgia tradizionale aperta. E'
per discutere di questo "comune problema", comune non perché semplice
ma perché interessa tutti i chirurghi, che sono stati invitati a Imola
buona parte dei chirurghi italiani che hanno esperienza ed interesse
sull'argomento. Il congresso, che si terrà presso l'Hotel Monte del Re a
Dozza il 16 maggio prossimo, prevede una sessione al mattino di
Chirurgia in diretta con 3 interventi eseguiti dall'equipe chirurgica di
Imola e trasmessi simultaneamente nella sede congressuale, oggetto
quindi di dibattito e confronto, mentre il pomeriggio sarà dedicato alla
discussione fra esperti. L'evento è patrocinato dall'Associazione
Italiana dei Chirurghi Ospedalieri (ACOI) il cui attuale presidente,
Prof. Gianluigi Melotti, è fra i nostri ospiti e dal Comune di Imola. Si
coglie l'occasione di ringraziare le Aziende biomediche che ci hanno
aiutato nell'organizzazione del Convegno e il Mercatone Uno e Mercatone
Germanvox che hanno significativamente contribuito a poter disporre del
magnifico Centro Congressi di Monte del Re".